E’ TEMPO DI GREEN ECONOMY. IL FUTURO E’ GIA’ PRESENTE?Occorre diffondere la “cultura del riutilizzo”. L’obiettivo comune? Produrre ricchezza salvaguardando l’ambiente. Secondo Michelangelo Bergia, creatore della Compagnia di Finanza Etica, l’essere umano deve produrre con la terra i prodotti per mangiare. Dobbiamo evitare di produrre ciò che è superfluo.articolo pubblicato su
Teatro Naturale ,
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Feeding the Planet – Energy for Life è il motto di Milano Expo 2015, con il quale la città lombarda ha vinto la concorrenza con le altre città interessate all’evento. Gli argomenti possono essere riassunti in ancora meno parole: Crescita Sostenibile.
Crescita, perché se non si produce ricchezza ci sarà sempre fame, ma questa crescita non deve avvenire a discapito di chi ha meno, impoverendo i Paesi già poveri di risorse, per arricchire quelli già ricchi ed è qui che occorre la Sostenibilità, non solo ambientale, ma anche sociale, fatta di equità e di comportamenti eticamente accettabili.
La crisi economica forse non è ancora alle spalle, ma le sue conseguenze sono più serie di quello che ancora si possa credere. Non si tratta di essere pessimisti. Il recupero ci sarà, ma sarà lento e avverrà su principi diversi da quelli che hanno alimentato la crescita economica degli ultimi cinquant’anni. Oggi il mondo si muove con una rapidità impressionante e abbiamo sempre più mezzi e tecnologie per stare meglio.
Ora ci serve la cultura imprenditoriale per fare quanto è necessario e quella del grande pubblico per comprenderne l’importanza.
Che l’ambiente sia arrivato al limite lo dicono alcuni fatti di dimensioni ciclopiche come il Pacific Trash Vortex, una sorta di continente galleggiante lungo 2.500 km e profondo 30 metri, collocato in mezzo al Pacifico e determinato dal flusso delle correnti che hanno raccolto tutto il pattume prodotto dagli essere umani e gettato in mare tra le sponde dell’Estremo Oriente e quelle del Continente Americano.
L’80% circa è composto da plastiche. L’estensione è stimata da un minimo di 700 mila km2 quadrati a un massimo di 15 milioni km2. Se pensiamo che l’Italia è grande poco più di 300 mila km2 è facile comprendere di quali dimensioni stiamo parlando.
Cosa sarebbe accaduto se quelle plastiche fossero state riutilizzate? Avremmo certamente ridotto il fenomeno dell’80%. La plastica è una materia prima ricavata dal petrolio che ha la caratteristica di durare molto, molto a lungo e di accumularsi, distruggendo la vita di acque, terreni, ambienti urbani e umani in generale.
Affrontiamo il discorso dell’economicità. Una ditta che si occupa del recupero dei materiali plastici viene pagata per farlo. Se si pensa che tale materiale diventa o può diventare la materia prima per altri oggetti, ci rendiamo conto che potremmo avere a disposizione della materia a costo virtualmente zero, se non meno di zero.
Questo è solo un aspetto, ma offre già una prospettiva diversa da quella del “costo ambientale”. Siamo in presenza di un vero “affare ambientale” e, a poco a poco, alcuni stanno cominciando ad accorgersene. Il vero problema non è rendersene conto, ma rendersene conto in un numero sufficiente per poter mutare l’orientamento culturale.
Quindi parallelamente all’applicazione dei principi nell’attività economica, occorre diffondere la “cultura del riutilizzo” attraverso la comunicazione. Il problema è che la comunicazione di massa è di massa, appunto. In altre parole segue l’opinione comune, non la precede. Si conforma, si adegua, con lo scopo di vendere più giornali, più riviste, avere maggiore audience, non certamente quello di fare cultura. Ci si occupa di gossip, di argomenti futili di poca o nessuna rilevanza, oppure di grandi tragedie.
Ho recentemente intervistato uno degli esponenti di questa Green Economy, il dottorMichelangelo Bergia, creatore della Compagnia di Finanza Etica, società di partecipazione in cui sono coinvolte molte aziende che hanno l’obiettivo comune di produrre ricchezza salvaguardando l’ambiente.
Nel corso dell’intervista, il mio interlocutore mi ha detto, che l’unico tra giornali e riviste che si fosse interessato a questo lavoro è stato Teatro Naturale, il cui nome è certamente coerente con i principi enunciati. Eppure si è parlato di Mr Pet, una delle società del gruppo, per intenderci, quella che ha ideato il raccoglitore di bottiglie di plastica con una tessera che da diritto a dei vantaggi al consumatore. Se ne è parlato a “Striscia la Notizia”, una delle trasmissioni più seguite della TV, ma l’argomento non sembra raccogliere un enorme e visibile interesse.
Il Dr Bergia mi accoglie nei suoi uffici di Racconigi nella Provincia di Cuneo. L’atmosfera è molto informale e rilassata. Ci accomodiamo in una saletta accanto a quella delle quattro impiegate, raccolte in una sorta di tavolo senza spigoli, rivolte verso il centro.
Si vedono sorrisi ed espressioni aperte ovunque. E’ un piacere muoversi in questo spazio in cui sono si presenti delle porte, ma sono sempre aperte. Lo spazio dell’intervista è molto singolare. Sediamo su poltrone non comuni: la mia è ricavata da un bidone di petrolio, quella del mio interlocutore è costruita con le doghe di un ‘barrique’, la botte d’invecchiamento del vino per eccellenza, molto popolare in questi ultimi anni.
Segue intervista a Michelangelo Bergia
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